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domande emicrania
Manuale di sopravvivenza

Le 9 domande più frequenti sull’emicrania.. sai rispondere a tutte?

11 Giugno 2022 /

Se soffri di una forma di cefalea primaria avrai capito che trovare informazioni adeguate, veritiere, non contraddittorie non è esattamente semplice. Per questo spesso chi soffre di emicrania passa ore ed ore su siti internet, profili e gruppi social alla ricerca di risposte alle domande più frequenti. L’intento è fare luce sulle mille sfaccettature di una patologia così soggettiva da essere di difficile comprensione. Purtroppo però la disinformazione e i venditori di miracoli sono ovunque per cui è bene fare chiarezza con le risposte alle 9 domande più frequenti sull’emicrania!

Una piccola premessa

La persona migliore a cui chiedere rispetto a dubbi, sintomi, farmaci, ecc, è sempre il Neurologo. Purtroppo non tutti i neurologi sono a disposizione, cordiali, di facile reperimento o semplicemente abbastanza ferrati sulla materia (si purtroppo non tutti i neurologi sono esperti di cefalee!).

Se pensi che l’esperto che ti sta seguendo non sia adeguato al compito puoi cercare un neurologo giusto nella sezione del blog S.o.S Neurologo. Qui raccolgo le segnalazioni di altre emicraniche di neurologi validi e disponibili.

Intanto che aspetti “quello giusto”, se vuoi evitare lunghe ricerche su google ecco le mie risposte alle 9 domande più frequenti sull’emicrania.

1) Come capisco che è emicrania?

Se senti che il “mal di testa” sta diventando qualcosa di più che un episodio spiacevole ma raro nella tua vita allora è il momento di tenere un Diario. Che sia su carta o un’applicazione (dei vari tipi di diario e come usarli ne ho parlato qui) il metodo più semplice per capire se il tuo problema sta peggiorando è tenere nota degli episodi.

Se superi i 5 attacchi al mese è importante correre subito ai rimedi e prenotare una visita dal neurologo. In base ai dati da te raccolti su dove, quando e quanto ti colpisce il dolore il medico (e solo lui!) potrà darti la giusta diagnosi. Se intanto vuoi farti un’idea di cosa può essere leggi “Tutte le forme di mal di testa“!

2) Perché soffro di emicrania?

L’emicrania è una cefalea primaria, ovvero non è causata da altre malattie o fattori, è parte di noi… E’ un fattore genetico. Un po’ come gli occhi azzurri o i ricci, ma decisamente meno allettante.

La sua causa scatenante è ancora sconosciuta ma l’ipotesi più accreditata è quella di un’iperattività cerebrale. Un’anomalia che improvvisamente colpisce il nostro cervello, i suoi vasi sanguigni e tutte le sostanze e segnali che gli permettono di funzionare. Cosa la fa scattare è diverso per ogni emicranico. Esistono trigger quali ciclo mestruale, tensione, fattori climatici, rumori, odori, stanchezza, alimenti o bevande e ogni emicranico ha i propri da imparare a conoscere ed evitare.

Mi raccomando i trigger non sono cause ma fattori scatenanti!

3) Si può guarire?

Si può “guarire” dagli occhi azzurri? Attualmente non esiste una cura definitiva all’emicrania, ciò che esistono sono molte terapie preventive che possono aiutarci a ridurre a pochissimi il numero degli attacchi.

Come funziona dunque? Dopo la diagnosi da parte del neurologo ti verrà somministrata una terapia preventiva, considera però che per trovare quella adatta a te ci potrebbe volere del tempo. Per cui non demordere se le cure non funzionano subito, la nostra è una patologia complessa e potrebbe volerci la combinazione di più farmaci per trovare la giusta soluzione.

4) Perché i farmaci non funzionano?

L’emicrania colpisce diversamente ognuno di noi. Anche i trigger spesso sono diversi. Per questo stesso motivo non tutti i farmaci funzionano allo stesso modo su tutte le persone. La componente soggettiva della nostra patologia è altamente dominante.

I farmaci per l’attacco, che vanno sempre presi ai primi sintomi, non sono tutti uguali e se uno (o più) su di noi non funziona è inutile crucciarsi ma chiedere subito al neurologo di cambiare trattamento. Lo stesso vale per le terapie preventive, se dopo 3/4 mesi non danno frutti, allora meglio cambiare. E infine c’è la variabile dell’abuso di farmaci. Se ho preso troppo e troppo a lungo di un determinato farmaco per l’attacco il nostro corpo può finire per assuefarsi rendendolo nel tempo per noi inutile.

5) E’ vero che le terapie di profilassi fanno ingrassare?

Questa è indubbiamente una delle domande più frequenti. La risposta vera è: non tutti i farmaci e non su tutte le emicraniche. Come dicevo prima il fattore soggettivo è importantissimo.

E’ vero che alcuni farmaci per la prevenzione (come antidepressivi, antiepilettici e calcio-antagonisti) possono avere come effetto indesiderato un aumento di peso, ma non per tutti. Ma l’entità dell’aumento, se c’è, varia su ogni individuo. Tant’è che girando su internet la cosa più probabile che si può trovare alla domanda “Il farmaco X fa ingrassare?” è una miriade di risposte diverse.

L’unica via è provare. E ovviamente tenere informato il neurologo, se l’aumento di peso è troppo e le diete non funzionano è solo con lui che va organizzata l’interruzione del trattamento. Niente fai da te!

6) I farmaci danno sonnolenza?

Anche in questo caso la risposta è si, possono, ma dipende da persona a persona. Alcuni farmaci per l’attacco lasciano storditi e inermi per ore alcuni di noi, mentre non hanno quasi effetti collaterali su molti altri. Lo stesso vale per le profilassi, che trasformano alcuni emicranici in semi zombie mentre ad altri quasi non fanno effetto.

Se la cura preventiva o i farmaci per l’attacco ti fanno questi effetti parlane col medico. Ad oggi esistono numerose terapie preventive e antiemicranici ( solo dei triptani ne abbiamo 6 tipi diversi!) per cui se qualcosa è troppo gravoso da sopportare val sempre la pena contattare il medico e cambiare strada.

7) Quando devo rivolgermi al medico?

Se i farmaci da banco che usi normalmente non fanno più effetto e il mal di testa si presenta 5 o più volte al mese, per più mesi, allora è il caso di consultare il medico e prenotare una visita neurologica. Quando il dolore si cronicizza i semplici antidolorifici risultano inutili (e alla lunga dannosi) per cui occorre intervenire seriamente.

E’ importante non aspettare troppo a lungo per intraprendere un percorso con un medico competente perché più si attende e più c’è la possibilità che la situazione peggiori in modo esponenziale ed incontrollato.

8) Quali farmaci posso assumere in gravidanza e allattamento?

Durante la gravidanza e l’allattamento prendere farmaci è sconsigliato. La cosa da fare dovrebbe essere evitare il più possibile i trigger e utilizzare rimedi naturali. Ma ogni emicranica sa che questa è pura utopia.

Se alcune hanno tregua durante la gravidanza altre soffrono dolori indicibili. Pertanto è sempre meglio chiedere al medico cosa si può assumere e in che quantità. Fortunatamente negli ultimi anni gli studi hanno mostrato come i triptani (farmaco fondamentale contro gli attacchi) si possono utilizzare anche in questi frangenti.

E infine la domanda delle domande sull’emicrania…

9) Non sono depressa ma mi hanno prescritto un antidepressivo! Perchè?

Anche io mi sono posta la stessa domanda quando mi hanno prescritto il Laroxyl (un antidepressivo) come terapia preventiva. Al grido di “se mai è l’emicrania che mi rende depressa e non il contrario” non volevo assumerlo. In realtà alcuni antidepressivi, che agiscono sui livelli di serotonina e noradrenalina, possono ridurre la frequenza dell’emicrania pur non avendo nessuna relazione con una possibile depressione. Per questo non occorre preoccuparsi se ce li prescrivono, alla fine il grosso delle terapie preventive è nato per risolvere altre patologie e solo successivamente si è capito che erano utili anche per noi!

Le domande sull’emicrania che spesso ci frullano per la testa sono tante e diverse e dare risposte a tutte non è facile. Una cosa va però tenuta a mente come grande filo conduttore di tutto: la nostra è una patologia altamente soggettiva per cui sotto ogni aspetto si procede per tentativi. Trovare il cocktail giusto di terapie e farmaci per l’attacco non è facile, ma nemmeno impossibile! Per questo bisogna continuare a provare, provare e riprovare. Il Ben di Testa è là fuori che ci attende.

In fine ricorda sempre

Se hai difficoltà ad affrontare tutto questo da sola, se non sai come partire nell’individuazione dei tuoi sintomi premonitori e nella loro gestione o semplicemente desideri un supporto, ti aspetto in Coaching per il Ben di Testa.

Spero di averti dato delle informazioni che possano aiutarti a stare meglio. E se hai trovato utile questo condividilo o invia il link ad un’amica che potrebbe averne bisogno.

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