
4 Suggerimenti per gestire l’emicrania sul luogo di lavoro
L’emicrania è una patologia che può essere molto invalidante. Così invalidante da inibire la nostra capacità di lavorare bene, o lavorare del tutto. Purtroppo però, nonostante nel luglio del 2020 le cefalee primarie siano state riconosciute ufficialmente come malattie invalidanti ancora oggi ciò che riguarda quest’ambito è spesso banalizzato e ridotto ad un “semplice” mal di testa.
L’emicrania, non mi stancherò mai di sottolinearlo, non è “solo un mal di testa” e pertanto si porta dietro complicazioni molto maggiori del semplice dolore. Per questo affrontarla sul luogo di lavoro non è sempre facile. Qui emergono timori relativi ai trigger che potrebbero inasprire la nostra condizione ma anche le ansie rispetto alla incomprensioni di capi e colleghi.
Spesso il lavoro è fonte di stress e preoccupazione e l’emicrania si nutre di questi trigger. Aggiungerci altri carichi da 90 non è l’ideale se vogliamo evitare di trasformare il nostro lavoro in un inferno. Pertanto ecco alcuni suggerimenti per affrontare le nostre paure e i trigger sul luogo di lavoro. E se non bastassero? Alcune informazioni sul ricorso alla legge 104 possono essere utili. Non è la soluzione dei nostri mali, ma una freccia al nostro arco.
Come affrontare i trigger sul luogo di lavoro
Non sempre il nostro luogo di lavoro è un’area migraine friendly. Rumori, odori, luci e stress possono essere trigger molto importanti che impattano sulla nostra emicrania.
Se è evidente che il fattore stress dipende moltissimo da come noi affrontiamo le nostre giornate lavorative ed il tipo di mansione che svolgiamo, ci sono altri fattori che dipendono quasi totalmente dall’esterno. E dai quali dobbiamo in un certo modo difenderci, per non incorrere in brutali attacchi della Bestia. Ecco alcuni suggerimenti da attuare quando possibile per non soccombere.
1) Proteggiti dalle luci intense con gli occhiali anti luce blu:
Se lavori in un open space o in un luogo in cui non puoi controllare l’intensità dell’illuminazione potresti incorrere in episodi di fotofobia. Una cosa utile è quella di munirti di occhiali anti luce blu, utili sia contro lo schermo del pc che per ridurre l’intensità delle luci al neon. Li trovi nel mio EmiKit qui.
2) Alt ai prodotti per la pulizia profumatissimi:
A volte possono essere proprio gli odori intensi a scatenare un attacco. Non son pericolosi solo i prodotti forti come la candeggina. Ma anche quelli super aromatizzati, spesso con profumazioni non naturali. Non è un crimine chiedere che vengano cambiati perché ti fanno stare male.
3) Tappi per le orecchie o cuffie:
Come per la sensibilità alle luci anche quella ai suoni non avviene solo in fase di attacco ma può scatenarlo. L’ambiente di lavoro rumoroso è deleterio per chi soffre di emicrania. Ed è per questo che sensibilizzare i datori di lavoro su questo tema è sempre più importante. Se il tuo ambiente di lavoro è molto rumoroso usa dei tappi per le orecchie (ormai in commercio ce ne sono di quasi invisibili) oppure delle cuffie isolanti. Se avranno bisogno di te sapranno come attirare la tua attenzione.
4) Nota extra:
Non aspettare mai che la Bestia diventi un drago a 3 teste. Appena senti che arriva, soprattutto se sei a lavoro e sai che la giornata davanti sarà intensa e lunga prendi subito il tuo farmaco per l’attacco.
Come affrontare la paura di non essere capite a lavoro
Ancor più che i trigger spesso il problema dell’emicrania a lavoro è che molti collegi o datori di lavoro sembrano non capirci. Secondo un sondaggio di migraine buddy per il 34% delle emicraniche è difficile parlare apertamente della propria malattia sul posto di lavoro.
Le paure più frequenti sono:
- Penserebbero solo che sono svogliata
- Magari verrei licenziata perché meno produttiva
- non capirebbero, punto e basta
- mi prenderebbero in giro, tante storie solo per un mal di testa
- Mi sentirei un fardello per gli altri
Come uscire da questo loop? Per quanto difficile aprirsi, comunicare, raccontare cos’è l’emicrania e non nasconderla è un tassello importante del percorso. Solo così si può uscire dal cono d’ombra delle malattie invisibili. E’ però evidente che scardinare questi stereotipi non è facile e spesso ci si trova davanti a persone che, nonostante l’evidenza, si ostinano a non voler vedere.
Sono però certa che più daremo spazio alle nostre storie, alla nostra realtà, più mostreremo al mondo il fatto che conviviamo con l’emicrania e che si, a volte ci butta ko all’improvviso, e meno ci sarà spazio per ridurla a “solo un mal di testa”.
Leggi anche “L’impatto dell’emicrania sulla vita“.
Il ricorso alla legge 104
Ci sono casi in cui l’emicrania è tale da non riuscire a gestirla e il lavoro diventa un inferno. Casi in cui le tante assenze possono addirittura minacciare la tenuta stessa del posto di lavoro. In questi casi è bene pensare ad avviare l’iter per il riconoscimento dell’invalidità prevista dalla legge 104.
Per ora ottenere ottenere la legge 104 per l’emicrania è ancora molto difficile in quanto, nonostante il riconoscimento del 2020, mancano i decreti attuativi e la nostra patologia non è presente nell’elenco patologie invalidanti riconosciute dall’Inps. Solo alcune Regioni, come la Lombardia e la Valle d’Aosta, hanno riconosciuto una valutazione percentuale della cefalea nell’ambito dell’invalidità civile ( valutazione che comunque oscilla tra il 15 e il 46%).
Però avviare l’iter può essere un primo passo e se si hanno altre patologie si può riuscire ad ottenere qualcosa di concreto.
Per un approfondimento su questo tema leggi anche “A lavoro con l’emicrania: serve la legger 104?”
In fine ricorda sempre
Se hai difficoltà ad affrontare tutto questo da sola, se non sai come partire nell’individuazione dei tuoi sintomi premonitori e nella loro gestione o semplicemente desideri un supporto, ti aspetto in Coaching per il Ben di Testa.
Spero di averti dato delle informazioni che possano aiutarti a stare meglio. E se hai trovato utile questo condividilo o invia il link ad un’amica che potrebbe averne bisogno.

