Terapie

Cosa fare per prevenire l’emicrania? Scopri l’importanza delle terapie di profilassi

Quando si tratta di emicrania la prima cosa che devi avere in testa è che non c’è una cura. E’ una patologia a base genetica che porta il tuo corpo a trasformare in dolore gli stimoli esterni. Pertanto la via per stare meglio non è affannarsi a cercare cause “altre” ma impregnarsi a prevenire l’emicrania attraverso le diverse terapie di profilassi possibili.

La narrativa comune ha banalizzato così tanto il dolore emicranico che spesso si pensa che sia “solo un mal di testa”. E quindi, come tale, può passare con un analgesico. Da prendere ogni qualvolta che si presenta il dolore. Ho male? Prendo qualcosa. Fine. Invece l’emicrania NON è solo un mal di testa ( e questo concetto l’ho approfondito bene qui) ed è fondamentale prevenire l’emicrania con terapie idonee che aiutino a limitare l’insorgere degli attacchi.

Ricorda sempre

Se pensi di soffrire solo di qualche mal di testa ma gli attacchi iniziano ad essere 4 o più al mese e i farmaci per farli passare sono sempre meno efficaci, è ora di rivolgersi ad un neurologo per trovare la profilassi corretta. Se non sai come trovarne uno o se quello che frequenti ora è adatto per te in “Mal di testa e neurologo: come trovare quello giusto per te” trovi i miei consigli per trovarlo.

Qui uso il verbo trovare non a caso. L’emicrania purtroppo non è come avere un braccio rotto: basta il gesso, un po’ di fisioterapia e quasi certamente tutto tornerà come prima (circa perché il mio braccio rotto alle elementari ancora ogni tanto fa crock). No, il neurologo cercherà di capire quale tra le profilassi per prevenire l’emicrania a disposizione sarà la più adatta a te. Facendo lo slalom tra profilassi inefficaci (per te, non in senso assoluto) e possibili effetti collaterali (che non vengono a tutte e non per tutte sono della stessa intensità).

L’importanza della prevenzione

portapilloleLo so, all’inizio tutto questo può sembrare estremamente scoraggiante. Prevenire l’emicrania non è facile come uno schiocco di dita. Ma ce lo siamo già detti tante volte, le cefalee hanno così tante componenti soggettive che è impossibile per noi non sperimentare. Basta pensare che l’efficacia di una terapia preventiva può essere stabilita solo dopo un adeguato periodo di tempo (di solito almeno 3 mesi). E una volta raggiunto l’obiettivo desiderato, la necessità di continuarla va rivalutata ad intervalli di 3-6 mesi perché potrebbe perdere efficacia col tempo. 

L’alternativa però qual è? Continuare a imbottirsi di farmaci per gli attacchi? Sperare che il dolore passi per magia? No. I farmaci per gli attacchi alla lunga danno problemi gastrointestinali e, se abusati, possono scatenare cefalea da rimbalzo (se non sai cos’è te ne parlo qui). E anche sul fronte della magia… per quanto io sia una grande fan di Harry Potter ed ancora attenda la mia lettera per Hogwarts temo di doverti dire che no. Non accadrà che qualcosa ci toglie all’improvviso il dolore. Che semplicemente svanisce facendo finta che non esiste.  

Purtroppo noi lo sappiamo, l’unica via per raggiungere il Ben di Testa è un corretto stile di vita, farmaci adeguati per gli attacchi e azzeccare la profilassi che riduca il più possibile all’osso le aggressioni della Bestia.

Prevenire l’emicrania: le terapie ad oggi

In Italia, eccettuati gli anticorpi monoclonali, arrivati nel 2019 e ancora di difficile accesso per molti, le terapie di profilassi per l’emicrania utilizzano tutte farmaci nati e pensati per altre patologie ma che, nel tempo, si è visto che hanno effetti benefici anche sulle cefalee. Betabloccanti, antidepressi triciclici, amitriptilina, antiepilettici, ecc.. sono tutti farmaci già utilizzati in altre malattie ma che vengono, ancora oggi, proposti primariamente agli emicranici all’inizio del loro percorso di prevenzione. 

A questo punto la domanda che ti porrai è: perché se ora esiste un farmaco specifico per prevenire l’emicrania si usano ancora le vecchie profilassi? La risposta è sicuramente molto complessa ed articolata ma qualcosa è stato detto sul tema dai neurologi interpellati in merito durante una passata Giornata Nazionale del Mal di Testa: ad oggi le terapie monoclonali sono ancora troppo costose per essere lanciate su scala massiva. Ho approfondito la questione in “Tutto ciò che devi sapere sul trattamento dell’emicrania con anticorpi monoclonali”.

Esattamente come le terapie più vecchie non hanno garanzia di successo sul lungo termine (in quanto ancora non sono state testate su tanti anni) e dunque la spesa elevata è un fattore molto importante nel quadro complessivo. Per molte di noi, inoltre, si raggiungono ottimi risultati con le altre terapie, decisamente meno care. 

Le terapie di profilassi più usate

Betabloccanti 

I primi che potrebbero prescriverti, poiché più sperimentati e meglio documentati, sono proprio i betabloccanti. Questi agiscono come antagonisti dell’adrenalina e della noradrenalina, regolando la pressione arteriosa e riducendo la probabilità che la Bestia abbia campo libero per scorrazzare. 

Non tutti i neurologi consigliano una visita cardiologica prima di prescrivere questi farmaci ma sarebbe bene farla. I betabloccanti agiscono sulla pressione e vi è un rallentamento dei battiti cardiaci perciò è fondamentale che il nostro organismo sia “in bolla” almeno su quel fronte! 

Importante: se non hai avuto risultati al primo colpo non è detto che questo tipo di terapia preventiva per l’emicrania non faccia al caso tuo.

  • Prima di tutto devi sempre tenere a mente che il nostro corpo cambia col tempo e qualcosa che non funzionava un tempo può andare ora. 
  • Secondo, spesso questo farmaco è usato in associazione ad altri, come gli antiepilettici. E in combinata la loro efficacia può cambiare di parecchio.

La regola è sempre provare, provare, provare!

Gli antiepilettici 

Riducendo l’attività elettrica del cervello questi farmaci contribuiscono a ridurre le possibilità di scatenare attacchi di emicrania. Il più famoso di tutti è il Topiramato, la cui posologia abituale è 50-100 mg al giorno in 2 dosi divise. Spesso è molto efficace ma la lista di controindicazioni ed effetti collaterali è lunga più di quella della spesa al rientro delle vacanze quando abbiamo il frigo vuoto. 

La nota positiva? Non a tutti vengono gli effetti collaterali ed ha una buona efficacia. Per esperienza personale posso dire che, passato il primo mese dove ho provato inappetenza e formicolio a mani e piedi, tutto si è risolto e gli attacchi si sono ridotti di un terzo. Vale la pena fare un tentativo e, se gli effetti collaterali non sono insormontabili, tenere botta e puntare a prevenire l’emicrania il più possibile.

L’amitriptilina 

La prima volta che mi hanno prescritto un antidepressivo (il Laroxyl) per curare l’emicrania sono rimasta sconvolta. Volevo urlare al neurologo del Centro Cefalee “Guardi che io non ho mal di testa perché sono depressa! Se mai il contrario!!!”. E questa è la reazione che hanno moltissime emicraniche a cui viene presentato questo farmaco per prevenire l’emicrania senza spiegarne i motivi e i meccanismi.

Solo studiando ho capito che il meccanismo d’azione di questo farmaco nel trattamento dell’emicrania non è correlato alla sua attività antidepressiva. Il loro scopo in questo caso è regolare l’assorbimento della serotonina ed evitarne gli sbalzi che possono scatenare l’emicrania. 

Questi farmaci sono spesso molto efficaci nel prevenire l’emicrania ma purtroppo hanno diversi effetti collaterali. Motivo per cui essere seguiti da un buon neurologo, come ti ho già detto anche qui, è fondamentale. 

La mia esperienza: Il Laroxyl mi è stato prescritto da qualcuno di cui non mi fidavo per nulla per cui ai primi effetti collaterali ho mollato, anche se vedevo buoni risultati. Un errore che, oggi che ho un buon neurologo di riferimento e molta più consapevolezza della mia patologia, non rifarei.

L’antistaminico 

La flunarizina è un antistaminico con proprietà di calcio-antagonista che ci propongono quando non abbiamo risposto o tollerato altre terapie. Secondo gli studi è efficace quanto i betabloccanti ma spesso è un farmaco a carico del paziente ed è per questo che i neurologi tendono a non prescriverlo come prima soluzione. 

Purtroppo tra gli effetti collaterali di questo farmaco la cosa più odiata da noi donne è che porta spesso ad un aumento di peso repentino. Ricorda però che se la terapia funziona è sempre più facile gestire (e ridurre) qualche kg di troppo che trovare un’altra terapia preventiva efficace.

Anticorpi monoclonali 

Desideratissimi da tutte le emicraniche, gli anticorpi monoclonali (di cui Erenumab è il capostipite) agiscono come cecchini che entrano nell’organismo e colpiscono il CGRP. Una piccola proteina che viene liberata dalla terminazione trigeminale che a sua volta innerva i vasi meningei inducendoli a dilatarsi e innescando così l’attacco doloroso. Bloccando il recettore per il CGRP si evita sia l’infiammazione che la trasmissione del dolore. 

La vera rivoluzione però è che sin ora la maggior parte di chi si è sottoposto al trattamento non ha sviluppato grossi effetti collaterali, a fronte di un alto tasso di successo (oltre il 70%).

Il problema è che la cura è ancora molto costosa, ci si può accedere solo dopo lunghe liste di attesa e solamente se si è dimostrata l’inefficacia di almeno due terapie “classiche”. La strada è tracciata ma c’è ancora molto da fare.

Cosa fare se vuoi prevenire l’emicrania

Quando ho iniziato il mio percorso tra farmaci per l’attacco e per la prevenzione ero sola, stordita, spaventata e, soprattutto, ignara di ciò che mi aspettava e di quello che era il mondo dell’emicrania. Non è bello buttarsi verso l’ignoto quando si tratta di salute. 

Se avessi saputo allora quanto conta la soggettività nella nostra patologia non avrei mollato in certi frangenti, avrei insistito di più con alcune cure, e avrei preso nota sin da subito di tutto quello che il mio corpo mi dice. Questa mini guida alle terapie per prevenire l’emicrania serve a darti un colpo d’occhio su quello che potrebbero proporti oggi come terapie preventive e farti sapere che tutte noi emicraniche ci passiamo e, prima o poi, se siamo fortunate, la giusta combinazione di una di queste ci aiuterà a stare meglio. 

Fin da ora:

  1. tieni un diario degli attacchi
  2. trova il neurologo giusto per te
  3. segui una terapia di profilassi per l’emicrania
  4. aiutati con tutte le forme di prevenzione non farmacologiche che possono favorire la creazione di una routine del Ben di Testa (trovi una guida qui)

E’ vero, non esiste ancora una cura miracolosa ne una magica soluzione al nostro problema. Però non bisogna mai mollare, bisogna provare e riprovare. Anche perché il nostro corpo evolve e, magari, la terapia che anni fa non tolleravamo o non era efficace, oggi ci può aiutare…e magari è proprio li la chiave che ci farà ottenere il Ben di Testa.

In fine ricorda sempre

Se hai difficoltà ad affrontare tutto questo da sola, se non sai come partire nell’individuazione dei tuoi sintomi premonitori e nella loro gestione o semplicemente desideri un supporto, ti aspetto in Coaching per il Ben di Testa.

Spero di averti dato delle informazioni che possano aiutarti a stare meglio. E se hai trovato utile questo condividilo o invia il link ad un’amica che potrebbe averne bisogno.