
Tutto ciò che devi sapere sul trattamento dell’emicrania con gli anticorpi monoclonali
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’emicrania è una delle patologie neurologiche peggiori in termini di anni di vita persi. Giorni passati a letto, impegni cancellati, disabilità continua causata dal dolore e sottostima da parte del contesto sociale sono solo alcune delle difficoltà che si devono affrontare. A questo vanno aggiunte tutte le controindicazioni dei farmaci utilizzati sia per gli attacchi che per la prevenzione. Effetti collaterali che si stima abbiano portato nel tempo almeno il 30% dei pazienti ad abbandonare le cure. In gran parte ciò dipende dal fatto che la quasi totalità delle terapie preventive per l’emicrania è composta da farmaci che non sono nati per questo. Almeno fino all’avvento degli anticorpi monoclonali per il trattamento dell’emicrania.
Perché serve una terapia preventiva
Prima di addentrarci nel capire perché è così importante l’avvento degli anticorpi monoclonali nel trattamento dell’emicrania è importante comprendere perché è altresì fondamentale avere varie terapie di profilassi.
L’emicrania e tutte le forme di cefalea primaria ( se vuoi sapere quali sono e come riconoscerle leggi anche “I diversi tipi di mal di testa: quali sono e come trattarli” ) non sono generate da cause “altre”. Sono patologie a base genetica pertanto non hanno una cura definitiva ne una causa da cercare al di fuori della sfortuna di avere geni predisposti a trasformare gli stimoli esterni in dolore alla testa.
Per questo seguire una terapia preventiva è fondamentale per aiutarti a ridurre il numero degli attacchi mensili, la loro intensità e, di conseguenza, scongiurare l’abuso di analgesici.
Ogni profilassi (se vuoi sapere tutte quelle possibili leggi anche “Prevenire l’emicrania: quali terapie esistono?“) agisce su lati diversi dell’emicrania. Questo, unito alla grande soggettività della nostra patologia, fa si che spesso sia difficile trovare il giusto bilanciamento tra riduzione degli attacchi e gestione degli effetti collaterali. L’avvento delle terapie per l’emicrania con anticorpi monoclonali, la prima terapia nata appositamente per la nostra patologia, sembrerebbe aver cambiato un po’ il quadro della situazione.
Cosa sono esattamente questi anticorpi monoclonali?
Le ricerche hanno dimostrato che una proteina presente nel cervello chiamata con la sigla CGRP è tra le grandi responsabili degli attacchi. Gli anticorpi monoclonali sarebbero in grado di disattivarla prima che questa inneschi l’emicrania e faccia esplodere una bomba nel nostro cervello.
E’ stato dimostrato che la CGRP viene liberata dalla terminazione trigeminale, che a sua volta innerva i vasi della zona delle meningi inducendoli a dilatarsi e innescando così l’attacco doloroso. Bloccando il recettore per il CGRP si evita sia l’infiammazione che la trasmissione del dolore.
Tra tutte le definizioni scientifiche che ho letto sugli anticorpi monoclonali anti-CGRP quella che maggiormente mi è piaciuta, e mi ha aiutato a capirne il funzionamento, è stata quella del Professor Barbanti (direttore dell’Unità per la cura e la ricerca su cefalee e dolore, IRCCS San Raffaele Pisana di Roma e Presidente dall’Associazione Italiana per la Lotta contro le Cefalee) durante un’intervista su Rai3:
“Sono dei cecchini perché entrano nell’organismo e colpiscono soltanto la molecola CGRP”
E io me li immagino, in una moderna versione di esplorando il corpo umano, vestiti di nero e muniti di puntatori laser mentre viaggiano nel nostro sistema nervoso e attaccano questo neuropeptide maledetto. Che per contraltare è travestito da dinamitardo con la sua bella cintura esplosiva.
Come funzionano gli anticorpi monocolonali?
I “cecchini” contro la CGRP sviluppati fino ad ora per la profilassi dell’emicrania sono 4:
- Erenumab o Aimovig della Amgen&Novartis;
- Galcanezumab o Emgality della Eli-Lill;
- Fremanezumab o Ajovy della Teva;
- Eptinezumab o Vyepti, della Lundbec
E vengono somministrati con siringa autoiniettante (non serve necessariamente il dottore per fare l’iniezione dal farmaco) una volta al mese.
I risultati sin ora raggiunti sono particolarmente incoraggianti. Questa terapia pare aver funzionato nel 70% dei casi (risultato assolutamente superiore a tutte le terapie precedenti) già dopo la prima dose. Dal terzo mese poi la metà dei pazienti ha riscontrato una riduzione tra il 50% e il 75% degli attacchi.
Numeri da sogno per qualunque emicranica.
Ci sono effetti collaterali?
Stando alle ricerche più recenti e agli studi condotti gli effetti collaterali sembrerebbero modesti. Meno del 2% dei pazienti ha interrotto la profilassi a causa di reazioni avverse.
Principalmente vengono segnalati prurito nella zona dell’iniezione e stipsi.
E’ presto però per cantar vittoria sul fronte degli effetti collaterali. Gli studi sull’emicrania e gli anticorpi monoclonali sono stati intensificati solo nel 2014-2015 e pertanto sono ancora relativamente pochi i soggetti che assumono questa terapia da molti anni.
I medici sono i primi che affermano che gli effetti a lungo termine devono ancora essere monitorati e diverse ragazze, in cura da qualche anno, han recentemente iniziato a riportare sintomi quali vertigini o perdita di capelli. Prima di fare qualunque tipo di allarmismo è bene ricordare che se si avvertono dei sintomi particolari è importante segnalarli alla casa farmaceutica come indicato nel bugiardino di ogni farmaco. Questo aiuta tutta la comunità.
Come si accede alla cura con gli anticorpi monoclonali?
Visto che in gran parte gli effetti collaterali sono minimi (soprattutto se paragonati ad altre terapie di profilassi) e i risultati sono ottimi allora come mai non c’è una maggior diffusione degli anticorpi monoclonali?
Ovviamente vi sono pazienti per i quali non è consigliabile, come anziani, ipertesi, donne in stato di gravidanza o che la stanno cercando. Per questo per iniziare la terapia occorre fare alcune analisi. Ma la ragione principale per cui accedere a questa cura non è semplice è il costo di questi farmaci: circa 700 euro a dose (se presi a prezzo pieno).
Per questo i paletti per accedere alla terapia in forma gratuita e continuativa sono rigidi:
- avere almeno 4 emicranie al mese
- essere seguita da un centro cefalee
- aver fallito almeno 2 terapie preventive “classiche”.
Una piccola nota: le terapie preventive canoniche sono decisamente meno costose sia per il paziente che per il SSN. Al contempo, per chi non le ha mai fatte, non è detto che non diano anche ottimi benefici con effetti collaterali contenuti.
Le novità
Da luglio 2020 Aimovig e compagni sono stati riclassificati come farmaci di Fascia A, ovvero farmaci a carico del SSN.
Secondo la Gazzetta Ufficiale, ed anche diversi neurologi, dovrebbe bastare la prescrizione del neurologo o del centro cefalee per acquistarlo in farmacia senza dare in cambio un rene per ogni dose. La realtà dei fatti purtroppo è un po’ diversa.
Ad oggi, il farmaco risulta ancora a carico del paziente (a meno che egli non sia all’interno del percorso sperimentale dei Centri Cefalee). Ma non solo, in farmacia non risulta nemmeno tra i prodotti in catalogo.
Nel frattempo, per aumentare la diffusione del farmaco sono stati riconosciuti dalle Regioni 210 centri per l’uso e la cura dell’emicrania con anticorpi monoclonali. Purtroppo però, ancora una volta la macchina burocratica ostacola le nostre cure e di questi solo 70 sono effettivamente operativi.
“Se riuscissimo a erogare meglio i farmaci e far sì che i centri riconosciuti riuscissero ad operare faremmo un passo avanti per i pazienti”.
Così ha spiegato Paolo Martelletti, Professore di Medicina Interna de La Sapienza, durante il Forum ‘Prevenzione Emicrania: Dove Siamo’, dello scorso settembre.
Per concludere
Ciò che serve, e va sempre più sottolineato, è creare una cultura della patologia. Che si diffonda nella società quanto nell’ambito medico. Dove sfortunatamente ancora vi è chi si ostina, nonostante tutto, a sottovalutare l’impatto dell’emicrania e ridurla ad un banale mal di testa.
Gli anticorpi monoclonali sono indubbiamente l’ultima frontiera delle terapie preventive contro l’emicrania cronica. Probabilmente il giorno in cui verranno date come prima, e forse unica, terapia non è lontano. Alla fine basta pensare che la loro introduzione sperimentale in Italia è della fine del 2018 e tempo pochi anni siamo già a chiederci perché non sono disponibili a tutte e gratis.
Intanto sappiamo che possiamo accedervi dopo aver fallito 2 terapie preventive classiche e solo se seguite dal neurologo. Visti gli ottimi risultati credo che gli anticorpi monoclonali possano rappresentare una luce in fondo al tunnel per tutte coloro che volevano abbandonare neurologi e prevenzione. E’ vero, non sempre i farmaci sono stati d’aiuto, così come i medici. Ma questa volta c’è un percorso nuovo, davvero promettente, e vale la pena rimontare in sella per vedere dove ci porterà.
In fine ricorda sempre
Se hai difficoltà ad affrontare tutto questo da sola, se non sai come partire nell’individuazione dei tuoi sintomi premonitori e nella loro gestione o semplicemente desideri un supporto, ti aspetto in Coaching per il Ben di Testa.
Spero di averti dato delle informazioni che possano aiutarti a stare meglio. E se hai trovato utile questo condividilo o invia il link ad un’amica che potrebbe averne bisogno.


3 commenti
Stefania
Salve,
a me è stato somministrato Aimovig con scarso beneficio. Mi è stato detto che non posso provare gli altri anticorpi monoclonali per due anni. È una questione di costi immagino?!
Grazie
Stefania
Giulia
Non so se ci siano interazioni tra i vari monoclonali o se sia una questione di costi…anche se i costi sicuro incidono. Cmq se scopro qualcosa in più su questo temo lo pubblico!!! 😊
Francesca
Per me sono stati miracolosi!
Da aprile scorso mi viene somministrato aimovig da 140, gli attacchi si sono ridotti da 15 al mese a 2/3 , unico fastidio: la stitichezza