
Bilancio di 10 giorni in moto: e l’emicrania?
“Caro” Diario, scrivere le pagine del fine vacanze è sempre difficile. Si può dopo due giorni a casa voler già ripartire? Si, si può… e dire che non sono nemmeno ancora rientrata a lavoro! Oggi però è il momento di tirare le somme non tanto sulla settimana passata, affrontando come mio solito la sfida day by day tra me e la Bestia, ma sulla vacanza vissuta in moto in giro per l’Italia.
Partiamo da un antefatto.

Per me non è semplice dire “parto, prendo la moto e vado via” (come cantava Raf). Con le terapie in corso i miei attacchi sono più leggeri, di solito, ma certamente non pochi (circa 12/14). Per questo la decisione di affrontare oltre 2500km in moto per l’Italia non è una cosa che si prende su due piedi. “Ma sei sicura Bibi” è la frase ricorrente di mia madre in queste circostanze. E ha ragione, perché se la Bestia mi prende brutta brutta è difficile riuscire a fare tutto, soprattutto su due ruote.
Ma ora che sono rientrata e sono ricolma del senno di poi poi confermare che un’emicranica può andare dove vuole e come vuole, con la dovuta preparazione. Alla fine l’90% del successo dell’impresa sarà dovuto alla preparazione e il 10% al culo.
Si perché se hai imparato a conoscere i tuoi segnali d’allarme, i sintomi premonitori dell’attacco, a rispettare il tuo corpo e i suoi ritmi la possibilità che il dolorino all’occhio si trasformi in tragedia si riduce nettamente.
Certo, questo non vuol dire che la bestia non verrà. Ma vuol dire che si può gestire, godendosi al contempo fantastiche vacanze.

In 10 giorni di vacanza abbiamo sperimentato tutte le fasce climatiche possibili. Dal caldo torrido di Civita di Bagnoregio, al vento di Castellabbate, alla pioggia del Volture, all’afa emanata dai sassi materani. E ovviamente ho sgarrato l’alimentazione più e più volte: vuoi non sentirlo il peperone crusco ricoperto di cioccolato e riempito di mascarpone??? Siamo matti??!!
E le mozzarelle di bufala a Battipaglia? Le snobbiamo? Non mi pare una scelta carina, giusto?!
E quindi com’è andate l’emicrania in vacanza?
Al solito.
In 10 giorni di vacanza 5 attacchi, tutti fortunatamente abbastanza leggeri e spariti nel giro di un’ora o due al massimo. E quasi sempre arrivati verso la fine della giornata motociclistica.
Fondamentali sono state 3 cose:
- Bere continuamente dal camelbak per evitare la disidratazione e far si che quando sentivo la testa un po’ leggera la situazione potesse riequilibrarsi anche grazie alla cosa più semplice e naturale del mondo.
- Avere i miei farmaci a portata di mano per prenderli al primissimo segno, e saper riconoscere davvero bene i primi sintomi di un attacco. In viaggio, che sia in moto o altro, non aspetto mai di vedere se quel dolorino all’occhio si trasformerà davvero o meno in emicrania. Non me lo posso permettere.
Da Pepe in Grani Tanto lo so che al 99% si trasformerà in un attacco…quindi auradol e via andare prima che il dolore diventi acuto e insostenibile!
- Il supporto del mio moroso (detto anche lo sherpa). Senza Simo che nei momenti di affaticamento e difficoltà mi aiutava probabilmente non sarei arrivata al Cantagallo (noto autogrill appena fuori Bologna).
Il bilancio finale
Questo viaggio è stato una figata. Si può scrivere figata in un diario dell’emicrania? Io lo scrivo!
Non solo perché abbiamo visto cose bellissime e scoperto sapori fantastici. E nemmeno per le belle curve e le strade motociclettabili praticamente deserte (che Diario, al sud a luglio non c’è nessuno!! E’ davvero l’ideale per chi, come noi, odia l’eccesso di folla).

Questo viaggio è stato una figata perché pur senza esagerare ho fatto un passettino oltre i miei limiti e ho dimostrato a me stessa (e spero alle tante emicraniche che hanno seguito il mio viaggio sui social) che anche se si soffre di una patologia cronica debilitante non è tutto perduto. I gironi cattivi non mancheranno mai, ma diamine quanti buoni possiamo ricavarcene! E con la dovuta preparazione si possono riuscire a fare cose magari impensabili.
Anche perché pensandoci bene, allargando l’orizzonte e guardano il quadro della vacanza da lontano imprevisti e cambi di programma sono avvenuti a causa mia quanto a causa di Simo. Tra un tappo dell’olio (della moto di Simo) perduto, caldo ed affaticamento che ci han fatto rivedere i percorsi, e due moto non esattamente skillate per i lunghi viaggi gli imprevisti sono emersi tanto a causa mia quanto sua. Ok… più mia… però anche sua!

Quindi, “Caro” Diario, ancora una volta ho avuto la conferma che porsi dei limiti in anticipo partendo dal presupposto che con l’emicrania saremmo un peso, o che non potremmo fare un sacco di cose sia sbagliato. E che possiamo fare tutto. Magari più lente. Certamente con più organizzazione alle spalle. Ma possiamo arrivare ovunque. Perché io non sono Wonder Woman ma con una Bmw g310r ho fatto oltre 2500 km in 10 giorni chiudendo il match del viaggio con un Emcirania 5 Giulia 5.
Ma anche se pareggio, finché non mi fermo, ho vinto io.
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Questo è un progetto per non farsi abbattere nei momenti in cui la Bestia sembra non volerci lasciare andare. Nonostante l’emicrania cronica si può avere una vita piena e io cerco di mostrartelo un “Caro” Diario alla volta!

