
All’emicrania piace la sveglia alle tre
“Caro” Diario, io non lo so perchè ma alla mia emicrania questa settimana è piaciuto particolarmente svegliarmi e attaccarmi alle tre di notte. Non una ma ben due volte si è presentata a importunarmi a quell’ora, compromettendo completamente la mia giornata. Pertanto è stata davvero una settimana difficile. Anzi, difficilissima. Ma come una fenice sono risorta dalle mie ceneri ogni volta e sono riuscita a fare comunque un sacco di cose!
Lunedì: Raviole
Mancano due settimane alle ferie, per questo il lunedì è sembrato ancora più difficile da affrontare. Per fortuna però ci sono anche le clienti adorabili, come Cristina, che mi ha portato un vassoio di ravioli e biscotti per rallegrarmi la giornata.
Lei non lo sa, ma ce n’era tanto bisogno oggi perché sono piovute un sacco di notizie non troppo entusiasmanti sul lavoro. E per tirare su gli animi non c’è nulla di meglio che un dolcetto.
Martedì: Aurobindo
Riconosco che che sono strana, decisamente strana. Oggi sono andata in farmacia a ritirare le nuove scatole di topiramato e me ne hanno consegnato di una marca nuova. La scatola è viola e si chiama Aurobindo… non so perché ma tutto questo mi ha fatto scoppiare a ridere insieme alla farmacista. Purtroppo lei però rideva a metà, è emicranica come me e stava affondando un brutto attacco mentre lavorava. Come la capisco.
Ovviamente l’ho capita ancora di più al pome quando rientrata da lavoro la mia pressione è andata sotto la suola delle scarpe impedendomi di andare a fitboxe e (penso io) scatenando un attacco serale. Che gioia.
Mercoledì: emicrania alle tre
Dopo aver preso l’auradol ieri sera credevo che la partita si sarebbe chiusa con una bella dormita. Invece nulla. Alle tre mi sono svegliata dolorante in cerca del difmetre sul comodino. Fascia elastica ben legata in testa e posizione fetale nella speranza che fingermi morta servisse a far scomparire il dolore. Peccato che se il dolore lo hai nella testa hai un bel da fingere… Alle 6 ero ancora cappottata e appena Simo si è svegliato mi sono fatta dare il ghiaccio.
Ovviamente era impossibile andare a lavoro così ho avvisato e mi sono approntata ad una mattinata vegetativa. Quando verso le 11 sono risorta ho come sempre colto l’occasione per sfruttare le ore della rinascita per lavorare al blog.
Mia mamma dice sempre che dovrei riposarmi, dare al mio corpo il tempo per recuperare, ma io non riesco a stare con le mani in mano. Perdo così tanto tempo sdraiata a letto che appena torno ad essere viva sento l’esigenza di usarlo per “FARE”.
Avendo recuperato le energie la sera sono anche uscita con le ragazze per un aperitivo picnic a Modena. Un posto davvero super carino e buon cibo. Ci siamo divertite e come sempre ottime chiacchiere. Visto che il posto si presta per una serata romantica ci dovrei portare Simo. Ma me lo vedo già sbuffare per il dover stare seduti in terra col ginocchio che fa “clock”! Sig!
Giovedì: forse dovrei dare retta alla mamma
Ecco, la mamma ha sempre ragione. Devo dare tempo al mio corpo di riprendermi. Di nuovo sta notte alle tre ( che poi perché sempre alle tre devo ancora capirlo) mi sono svegliata con l’emicrania. Forse più atroce di quella di ieri. Sta volta mi sono trascinata fuori dal letto per prendere il ghiaccio subito perché il male era tale che volevo un anestetico extra, e so che il ghiaccio mi aiuta sempre mentre aspetto l’effetto dei farmaci. Quando Simo si è svegliato mi ha portato una seconda dose di ghiaccio e una pezza fresca da tenere in fronte. Il difmetre notturno mi aveva dato la tachicardia e l’affanno e rantolavo. Ovviamente secondo giorno di assenza da lavoro.
Normalmente per due giorni di assenza nel mio ufficio non viene chiesto il certificato ma forse è sembrato assurdo che una persona stesse a casa ben due giorni di fila per l’emicrania. Così mi è stato richiesto e alle 10, appena ero ingrato di guidare, sono rotolata nello studio del medico. Appena mi ha vista mi ha detto “in sti giorni con sto clima ci credo che ti sei ridotta così, ce ne sono tanti. E comunque stai a casa anche domani perché non ti vedo bene e devi riprenderti”. Dottor Galletti santo subito. Onestamente ero a pezzi, con le mani tremolanti, la tachicardia ed ogni postumo documentabile.
Quindi oggi ho dato retta alla mamma e sono stata in relax sul divano a leggere o guardare netflix quasi tutto il giorno. Mi sono concessa solo la lezione di pilates alle 19 perché avevo bisogno di sgranchire il corpo!
Venerdì: almeno ho dormito sta notte
Almeno questa notte ho dormito. Niente sveglia alle tre. Quando Simo si è svegliato è stata la prima cosa che gli ho detto. Quasi a direi “ce l’ho fatta, ho superato lo scoglio”.
In realtà però ho avuto male all’occhio destro per tutta la giornata e, complice il caldo sovrumano, verso il tardo pomeriggio è partito un attacco leggero. Ma almeno sono riuscita a dormire una notte intera e non svegliarmi già catorcio.
Riesco a gestire gli attacchi diurni moooolto meglio che quelli notturni per cui va bene così. Lo prendo come un primo segnale di miglioramento.
La giornata si è poi conclusa con un sushi, finalmente dal ristorante, e la partita. O meglio, Simo guardava l’Italia commentando alcune cose con me mentre io leggevo fumetti dell’iPhone cercando di recuperare qualche azione qua e là x capire cosa mi stesse dicendo.
Sabato: un giorno senza dolore
Dopo una seconda nottata senza problemi ed un risveglio senza male all’occhio mi sono sentita finalmente bene! Eureka!
Ovviamente non ne ho approfittato per cose eccezionali. Giusto qualche upgrade al blog, l’impasto della pizza e i lavoretti di casa… ma giuro, il grosso del tempo mi sono rilassata. Ok ho anche preparato la cheesecake per la grigliata di domani. Però dai, una non è che può vivere nel terrore e stare sotto una campana di vetro giusto? Se no mi perdo i momenti di Ben di Testa per strada! Non va bene!
Alla sera abbiamo poi portato fuori a fare aperitivo Paolo, che è “orfano” di famiglia già in ferie in Sardegna e si sente solo e abbandonato. Che poi in realtà l’aperitivo si è trasformato in una Bologna da bar cha si è conclusa all’una passata al quarto locale. A parte un cocktail ho bevuto acqua tutta sera ma sono contenta, alla fine è un lento riavvicinamento alla normalità. Com’è giusto che sia.
Domenica: aura
Sta mattina mi sono alzata pensando che qualcosa non andava. Era nuvolo e umido, presagio di sventura. Quindi supponevo un attacco. A stupirmi è che ad arrivare non è stato il dolore, ma un attacco d’aura.
Un semicerchio frastagliato, piccino e luminoso mi ha fatto compagnia per 15/20 minuti mentre facevo colazione e caricavo il mio ultimo articolo su facebook. Una volta sparito mi aspettavo l’ondata di dolore e invece nulla… Sono arrivata a sera senza che scoppiasse l’emicrania. Un mezzo miracolo. Magari fosse sempre così. Ci metterei la firma.
Anche perchè nel mentre mi sono goduta anche un mezzogiorno di grigliata con gli amici e una super pizza la sera!
Insomma Diario, la settimana è stata pesantissima, non lo nego. Giugno si chiude con 13 emicrania. Meglio di maggio, indubbiamente, ma l’ultima settimana mi ha davvero messa alla prova. E questa settimana vede un Emicrania 4 (+ bonus aura) Giulia 3. Di cui due davvero invalidanti e il mistero dell’amore della Bestia per la sveglia alle tre ancora tutto da svelare. Ecco, non bene per nulla. Però, nonostante questo, sono riuscita a fare comunque qualche cosa interessante ed uscire dal loop divano-letto-divano-letto. Il che in certi momenti è già un bel passo avanti!
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Questo è un progetto per non farsi abbattere nei momenti in cui la Bestia sembra non volerci lasciare andare. Nonostante l’emicrania cronica si può avere una vita piena e io cerco di mostrartelo un “Caro” Diario alla volta!

