
La visita dal neurologo: 5 consigli su come prepararsi
La prima volta che ho affrontato la visita dal neurologo ero totalmente impreparata. Cosa mi avrebbe chiesto? Come fargli capire qualcosa che non si vede? Mi ricorderò tutto? Inevitabilmente ero assalita da mille dubbi e, altrettanto inevitabilmente sono uscita dalla visita con tanti dubbi a causa di ciò che mi ero scordata di chiedere o raccontare.
Questa è una situazione decisamente comune tra chi soffre di emicrania. Soprattutto per chi di noi è alle prime armi e (magari dopo tentennamenti e ritrosie) si accinge alla prima visita dal neurologo. Come ovviare a tutto questo?
Seguendo alcuni semplici consigli per essere certe di ottenere il massimo dall’incontro con lo specialista. Prenotare le visite spesso richiede tempi biblici e a volte ci tocca pure ricorrere ai costosi centri privati. Per questo massimizzare ogni istante dell’incontro è una necessità assoluta.
Prima di tutto però la cosa più importante: perché devi andare dal neurologo?

La valutazione clinica che da lo specialista è il solo modo per escludere che si tratti di una cefalea secondaria (ovvero che l’emicrania è un sintomo di un’altra malattia) e riconoscere di che tipo di cefalea primaria soffri. Una volta capito che tipo di Bestia devi affrontare potrai iniziare un percorso di profilassi adeguato. Devi sempre tenere a mente che la componente soggettiva nell’emicrania è fortissima. Se si prova ad affrontare questa patologia senza nemmeno sapere di che forma è, le possibilità di successo sono davvero scarse.
Inoltre è importantissimo evitare il “fai da te”, che molto volte può portare all’abuso di farmaci per l’attacco (magari inadeguati) e alla cefalea da rimbalzo.
Come si svolge la visita dal neurologo?
Non tutte le visite sono uguali, ovviamente. A volte vieni liquidata in 10 minuti con due note sulla terapia da seguire e basta. In casi come questi, come ti ho raccontato nella mini guida “Come trovare un buon neurologo” meglio cambiare specialista. Ma quando invece le cose si svolgono per bene la visita può durare dalla mezz’ora ai 40 minuti, tempo necessario per capire il tuo problema e la terapia di profilassi più adatta a te.
Prima di tutto ti verranno poste delle domande per capire bene la tua situazione. Approfondita la descrizione dei tuoi attacchi è molto probabile che il neurologo esegua alcuni test sui tuoi riflessi. Martelletto sulle ginocchia (lo avevo visto solo nei film fino alla mia prima visita dal neurologo!), pressione su alcuni punti in cui si snodano i nervi, luce sparata nell’occhio e l’immancabile prova della pressione. Tutto questo serve al neurologo per valutare se la tua condizione è una cefalea primaria o secondaria e darti eventuali esami di approfondimento.
Non spaventarti se ti prescriverà una risonanza magnetica cerebrale (con o senza contrasto) è normale quando si approfondisce l’emicrania e assolutamente non è per forza sinonimo di catastrofi. Anzi, come ama ribadire il mio neurologo, il cervello emicranico è un cervello sano, solo reagisce peggio agli stimoli esterni!
Esclusa la possibilità che si tratti di un mal di testa derivante da “altro” allora ti proporrà una delle tante terapie preventive possibili. Non dimenticare mai che è tutto soggettivo per cui, se anche hai sentito parlare male di una terapia (o bene) non è detto che quella sia giusta o sbagliata per te.
Stabilito questo punto cardine fondamentale non ti resta che seguire questi 5 semplici consigli per prepararti al meglio alla visita dal neurologo.
1) Tieni un diario degli attacchi

Sarà uno dei primi suggerimenti che ti darà il neurologo stesso, ma perché non partire avvantaggiate mostrando già i comportamenti ricorrenti della tua emicrania?
Registrare durata, frequenza, sintomi e fattori scatenanti è molto importante per comprendere con che tipo di cefalea hai a che fare e come muoverti di conseguenza.
Ovviamente non importa che alla prima visita ti prepari con mille app, schemi o presentazioni power point. Come ho scritto nel pezzo “Quanto è importante tenere un diario dell’emicrania?” la cosa fondamentale è annotare i fatti salienti, e sempre in questo pezzo puoi trovare il diario dell’Associazione Italiana Cefalgici da scaricare e tenere come riferimento.
Inizia dal semplice. Ma inizia.
2) Prepara le domande
Molto spesso le visite sono veloci (anche troppo in certe occasioni) e inevitabilmente si finisce per dimenticare di chiedere o raccontare qualcosa che si ritiene fondamentale. A me è successo diverse volte. E non solo dal neurologo! E non c’è nulla di peggio in questi casi di riportarsi a casa i propri dubbi e attendere mesi per un nuovo incontro.
Per evitare questo cerca di appuntarti e poi chiedere le cose che ti sono sembrate importanti, gli avvenimenti che hanno scatenato le Bestie peggiori, alcuni sintomi che ti spaventano e persino le incognite sugli effetti collaterali dei trattamenti che fai o che farai. E’ verissimo che il confronto con colleghe emicraniche è sempre d’aiuto per questo, e persino internet offre molti aiuti spunti oggi giorno ( io nel mio piccolo provo a fare anche questo), ma chiedere agli esperti è sempre la prima cosa da fare.
3) Prepara le risposte
Cosa potrebbe chiederti il neurologo? Premesso che ognuno ha il suo modo di condurre la visita, ci sono alcune cose abbastanza ricorrenti sulle quali ti puoi preparare (soprattutto se non hai ancora un diario di qualche settimana da presentare).
- Con quale frequenza si presentano le emicranie?
- Quali altri sintomi hai?
- Dove ti fa più male?
- Che tipo di dolore è? Pulsa? Trafigge? E’ come un peso?
- Hai già identificato fattori scatenanti?
- Hai mai subito lesioni alla testa?
- È cambiato qualcosa nella tua normale routine prima di iniziare a soffrire di emicrania?
- Stai prendendo dei farmaci?
- Cosa migliora o peggiora i sintomi?
- In famiglia hai qualcuno che soffre di emicrania?
E’ importante saper rispondere a queste domande perché l’emicrania può evolvere negli anni. A volte le terapie non smettono di far effetto solo a causa del lungo tempo passato insieme ad alcuni farmaci. A volte il punto focale è che la nostra emicrania è cambiata, e solo noi possiamo aiutare il neurologo a capire come correggere il tiro su profilassi e farmaci per l’attacco.
4) Prendi appunti

Ok, arrivare in studio dal neurologo munita di bloc-notes potrebbe essere un filo imbarazzante. Ma se non hai una memoria di ferro ( io ad esempio posso scordarmi cosa stavo facendo passando dalla camera al bagno nel mio bifocale ) è il momento di mettere l’imbarazzo da parte e segnare i punti focali dell’incontro.
Se è vero che tanti neurologi vanno di fretta e più che spiegarti la patologia ti dicono come sopravvivere ad essa, non è sempre così. Il mio (ma non è l’unico) non manca mai di spiegarmi perché quella terapia potrebbe funzionare, a cosa fare attenzione e in generale come funziona l’emicrania. Annotarsi i punti salienti è utile per non dimenticare i “trucchi per la sopravvivenza” che può dirci ma anche per imparare di più della nostra patologia.
Conosci il tuo nemico per batterlo è uno dei miei motti preferiti, e dovrebbe esserlo per ogni emicranica.
5) Ricorda di stampare il diario e portartelo dietro!
Sembra banale lo so. Ed in effetti lo è. Ma alle mie prime visite arrivavo sempre con fogli sparsi e “pezzi” di diario mancanti. Non è il massimo. E soprattutto c’è il rischio di non riuscire a far vedere al neurologo il quadro complessivo della tua cefalea. Se usi un app stampa il report qualche giorno prima, se usi il diario cartaceo prepara i fogli in una carpetta. Anche se non sei particolarmente organizzata o ordinata ricordati che questo semplicissimo passaggio ti aiuterà a spiegarti meglio e a guadagnare punti nella lotta per il Ben di Testa.
Prova a seguire questi 5 semplici consigli per affrontare la visita dal neurologo la prossima volta che avrai un incontro. Sono sicura che ti aiuteranno ad ottenere un risultato migliore e a sfruttare meglio il tempo (di norma poco) insieme al medico. E se non sai dove trovare un neurologo vicino a te, la Società Italiana per lo Studio delle Cefalee ne ha un nutrito elenco sul suo sito. Consapevolezza del problema e conoscenza di sé e della propria emicrania unite ad valore di uno specialista sono tasselli fondamentali per raggiungere il Ben Di Testa.
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