
Sport ed emicrania sono compatibili? Intervista a Donatella, ballerina ed emicranica
Può un’emicranica fare sport? Questo quesito mi rimbalza in testa ogni volta che faccio un saltello di troppo e penso che sia la causa di un probabile di lì a poco attacco di emicrania. La realtà dei fatti però non è proprio così, anzi, lo sport per chi soffre di varie forme di cefalea primaria è importantissimo.
Gli studi più recenti nel campo dell’emicrania e lo sport sembrano indicare che non è l’attività sportiva ad influenzare la frequenza degli attacchi. Lo sport risulta essere un fattore aggravante degli attacchi ma non quello scatenante. Anzi, a dirla tutta, molto spesso l’attività fisica ha efficacia preventiva. L’esercizio fisico è antinfiammatorio se è graduale, aerobico e comunque sempre all’interno del proprio livello di allenamento, che può naturalmente aumentare nel tempo.
Per questo è importante non cedere alla tentazione di “divanarsi” solo perché emicraniche. Occorre invece trovare la strada giusta per conciliare la nostra condizione con lo sport.
Alcuni suggerimenti per chi inizia
Vai per gradi: l’attacco è più probabile se siamo poco allenate e partiamo con qualcosa al di sopra delle nostre possibilità per intensità o durata. Ad esempio è sconsigliato fare sport solo nel weekend perché “sbilancia” i nostri ritmi e accumula tutto il lavoro in un breve periodo di tempo.
Occhio all’ambiente: troppo freddo, troppo caldo o contesti affollati ci sono nemici. Per questo anche hai fattori avversi occorre abituarsi col tempo. Se le condizioni attorno a noi non sono favorevoli la soluzione è: meno e meglio.
Evita i giorni del ciclo: finché il proprio corpo non sarà un po’ più allenato è meglio evitare di stressarlo ulteriormente nei giorni delle mestruazioni.
E l’attività agonistica invece?
Sicuramente ognuno di noi deve fare i conti con i limiti del proprio corpo. Non tutti gli emicranici reagiscono allo stesso modo a stimoli simili. Ad alcuni di noi basta un saltello per abbattersi, altri riescono a correre lunghe maratone. Quindi se vuoi affrontare uno sport a livello agonistico sicuramente devi conoscerti molto bene. Per il resto, come per qualunque altro tipo di sportivo, la differenza la fanno allenamento e passione.
Per questo per questo articolo, più che citare studi e analisi, ho voluto intervistare Donatella una ragazza che fa danza sportiva ad alto livello pur soffrendo di emicrania cronica. Il suo esempio è per me importantissimo ed anche d’ispirazione perché ricorda che non dobbiamo piegare la testa davanti alla Bestia, soprattutto non a scapito delle nostre passioni.
Intervista a Donatella Barbaglia, ballerina di danza standard
Quando hai iniziato a soffrire di emicrania?
Ero piccola, ho iniziato a 7 anni. Oggi ne ho 29 per cui son ben 22 anni che soffro di emicrania! Per anni ne ho sofferto senza sapere che era un vero problema. Vedevo che gli altri bambini non soffrivano come me ma tutti gli adulti che mi circondavano non trattavano la mia situazione come una malattia. Alla fine quando sono arrivata a 25/26 anni sono stata io a rivolgermi ad un centro cefalee per capire che cosa avessi. Così ho scoperto che quello che fino ad allora avevo pensato essere “normale”, qualcosa con cui convivere, non lo era affatto.
Di che tipo di cefalea si tratta?
Ho fatto milioni di esami volti ad escludere che la mia condizione derivasse da “altro” e alla fine si è visto che soffro “semplicemente” di emicrania senz’aura. Quindi alla fine sono pure stata fortunata. La mia emicrania è sicuramente ereditaria perché mia nonna materna ne ha sofferto sin da piccola fino alla menopausa.
Come si svolgono i tuoi attacchi? E quanto durano di solito?
Non ho sintomi premonitori. Parte tutto da un dolore pulsante dietro l’occhio che aumenta sempre di più. I dottori mi han sempre detto di prendere i farmaci per l’attacco subito ai primi sintomi ma io, nonostante gli anni di esperienza, sono un inguaribile ottimista e aspetto sempre che l’attacco passi da solo. Anche se questo non accade mai. A “fregarmi” è il fatto che per la maggior parte delle volte i miei attacchi partono piano piano e difficilmente il dolore esplode violento sin dall’inizio. Dal mio diario dell’emicrania ho visto che ho dai 4 ai 10 attacchi al mese e di norma partono dall’occhio e finiscono per coinvolgere completamente un lato della testa. Il problema è che, sempre monitorando il diario, ho capito che non ci sono veri fattori scatenanti, arrivano davvero casualmente. Anche la durata è variabilissima, possono durare 4/5 ore o 3 giorni di fila. Il difmetre mi aiuta ma ci mette anche diverse ore a fare effetto. E nel frattempo ho fastidio verso odori, luci e una sempre presente nausea. Un’altra cosa che ho notato della mia emicrania è che quando passa mi passa di botto, non scema pian piano. E’ come se di colpo mi togliessero un sasso dalla testa e sto finalmente bene. Improvvisamente mi sento piena di energie ed affamata, al contempo però ho forti tremori, probabilmente dovuti ai postumi del farmaco.
La tua passione è la danza, mi racconti un po’ di questa attività che svolgi a livello agonistico?
Pratico danza sportiva con il mio compagno. Nello specifico danze standard, che si compone di cinque balli: valzer lento, tango, valzer viennese, slow fox e quickstep. Lo pratichiamo da 8 anni e dopo un anno di corso base abbiamo iniziato a fare gare. Le danze standard sono uno sport riconosciuto dal Coni, abbiamo anche la nostra federazione, la FIDS. Le gare si svolgono per tutto il weekend anche se partecipando solo per la mia categoria il mio impegno va solitamente dalla mezza giornata alla giornata intera. Le gare mi portano a girare per tutto il nord Italia (il mio settore di appartenenza) durante l’anno e a luglio a Rimini si svolgono i campionati italiani in cui si riuniscono tutti gli atleti di tutti i settori. La nostra ambizione è quella di arrivare a livello internazionale, attualmente siamo arrivati in classe A (un po’ come la serie A del calcio) ma non abbiamo ancora avuto occasione di gareggiare in questa classe a causa degli stop imposti dal Covid.
Quanto t’impegna allenarti?
Al momento siamo fermi da un anno, abbiamo fatto qualche lezione privata quest’estate ma con la pandemia non è facile trovare gli spazi adatti ad allenarsi. La norma per noi era fare 3 allenamenti a settimana, dopo il lavoro e dopo la cena di cui una lezione privata con i nostri maestri, una collettiva in cui si simula la gara e un’altra con altri competitori con cui affittiamo una palestra. Solitamente ogni allenamento è di due ore, due ore e trenta. Poi alla domenica o facciamo le gare o partecipiamo a stage con altre scuole di ballo durante i quali facciamo altre lezioni o simulazioni gara. In tutto ciò, per mantenere questi standard, di solito non ci sono vacanze. Non è che nel periodo natalizio ci si smette di allenare, anzi, lo si fa anche di più perché ci sono diverse gare sotto le feste. Alla fine solo quando sono stata malata o per questo lockdown ci siamo fermati!
L’emicrania ha mai interferito con questa passione? Se si, come?
L’emicrania ha interferito molte volte ma mai così tanto da farmi rinunciare alle gare. Ad alcuni allenamenti si, perché svolgendosi vicino a casa potevo rinunciarci più facilmente ma alle gare sono andata persino con attacchi in corso. Magari non erano attacchi gravissimissimi ma le gare si pagano qualche settimana prima e si svolgono decisamente lontano da casa: rinunciare all’ultimo non è un’opzione. Inoltre anche l’acconciatura (che paghi!) va fatta la sera prima.. non posso davvero permettermi di non fare una gara. Anche se mi viene l’emicrania quel giorno.
Come hai fatto a raggiungere questi livelli di performance nonostante l’emicrania?
Sono molto testarda, decisa e tenace. Se decido di fare una cosa la faccio fino in fondo, con passione, impegnandomi nonostante le difficoltà. Il ballo l’ho sempre amato, mi ha insegnato a ballare la mia nonna materna, morta l’anno scorso di covid, che a sua volta ballava sin da giovane nelle balere e nelle feste di paese. Quando sento la musica non riesco a stare ferma, è più forte di me! Inoltre il mio compagno è il mio ballerino! Quando 10 anni fa ci siamo messi insieme lui non sapeva nulla (davvero nulla) di ballo, per farmi felice ha iniziato un corso con me e si è appassionato. Avere questa cosa in comune aiuta tanto a non mollare.
Ok la tenacia, ma come gestisci gli attacchi e gli effetti dei medicinali quando hai una gara?
Non so nemmeno io come faccio. Mi è capitato di avere l’emicrania prima o durante una gara e sono sempre andata lo stesso. Direi che ho continuato per inerzia e forza di volontà. Sono gare importanti in cui non puoi mancare, perché danno punti per il ranking nazionale. Nel 2019 siamo stati semifinalisti ai campionati nazionali e campioni regionali del Piemonte per 3 anni di fila. La mia fortuna è che non avendo aura ne vomito (nausea si tanta ma non da arrivare al vomito) riesco in qualche modo a gestirla. E spero passi presto. Dopo la gara spesso bisogna aspettare ore per le premiazioni. I palazzetti sono il regno del rumore tra grida, cori e musica. Così mi rifugio in macchina da sola nel silenzio. Mi appisolo fino alla premiazione e non vedo l’ora di andare a casa!
Hai mai pensato di mollare a causa del dolore?
No mai. Spesso mi sono chiesta perché per me dev’essere così difficile. Però è la mia passione e non posso mollare assolutamente! E mi reputo fortunata perché riesco a gestire la mia patologia.
Mi racconti un episodio legato alla danza e all’emicrania?
Una volta mi è venuto un attacco la notte prima di una gara. Avevo già l’acconciatura fatta, una specie d’impalcatura di cemento fatta di chili e chili di lacca e forcine. Ovviamente questa cosa ha ampliato il mio dolore perché sono acconciature così strette che nemmeno un capello può uscirne. Quella volta ho preso subito la pastiglia ma la mattina della gara mi sono svegliata che avevo ancora l’emicrania. Il mio compagno mi ha chiesto se volevo stare a casa ma ovviamente gli ho risposto assolutamente no! Appena arrivati nel palazzetto il rimbombo di gente che urla e la musica mi ha steso. Mi girava la testa e mi veniva da vomitare. Non so come sono riuscita vestirmi e gareggiare, ero in una specie di trans. Ero convinta di aver ballato da schifo e appena finito mi sono buttata sulle gradinate degli spalti, inerme. Ho preso una seconda pastiglia e poi sono andata in macchina a dormire per un paio d’ore. Mi sono rianimata quando il mio compagno è venuto a chiamarmi per la premiazione!
La cosa curiosa che ho imparato è che l’emicrania non influisce negativamente sul ballo, anzi. Di solito sono molto concentrata per la paura di sbagliare mentre è importantissimo lasciarsi andare durante la danza. Durante gli attacchi non posso concentrarmi, essere cerebrale come mio solito, e mi devo abbandonare di più alla danza. Il risultato sono performance anche migliori del solito!
Cosa ti sentiresti di dire a chi pratica sport e soffre di emicrania?
Mi sento di dire non mollate. Nonostante tutto. Cercate di gestirla in qualche modo perché se è veramente la vostra passione, un motivo di felicità, uno dei principali scopi della vostra vita non si può mollare. L’amore per uno sport deve essere più forte dell’emicrania, non possiamo farci fermare da una patologia. Ovviamente ci saranno delle battute d’arresto, delle giornate no, delle rinunce, ma non dobbiamo farci abbattere perché nonostante tutto possiamo arrivare dove desideriamo. Io non sono Donatella che ha l’emicrania, io sono Donatella la ballerina di danza standard.
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