
10 cose che odio dell’emicrania
Ci sono giorni in cui sopportare il dolore cronico è più difficile che altri. In questi momenti l’odio per la nostra condizione di emicranici sale alle stelle. Se mentre lottiamo strenuamente contro la Bestia ci succede poi di scontrarci con chi non comprende la difficoltà della situazione, la faccenda si complica ulteriormente.
Il 14 luglio 2020 la cefalea primaria cronica è stata riconosciuta come malattia sociale invalidante. Con questo atto è stato compiuto il primo passo che fa uscire gli emicranici dal cono d’ombra delle malattie invisibili. Ma la nostra è davvero invisibile come patologia? Io non credo. L’emicrania ha un impatto sulla vita sociale e relazionale di tutti coloro che ne soffrono che chiunque conosca un emicranico non può non aver notato che qualcosa non va. Appuntamenti disdetti, cene saltate, eventi ai quali rinunciamo perché potenzialmente rischiosi, serate in compagnia passate in un angolo con la testa tra le mani o addirittura fuggiti via in anticipo prima che la situazione sfugga di mano. Solo in Italia siamo in 7 milioni a ridurci uno straccio a causa dei continui attacchi della Bestia e non è accettabile che questa situazione sia ridicolizzata da frasi quali “è solo un mal di testa”.
Per questo motivo ritengo necessario comunicare a tutti, in tutti i modi possibili, quella che è la condizione di un’emicranica e come ci si deve destreggiare in questo difficile mondo per avere una vita il più normale possibile. Per arrivare a questo obiettivo ho preso le parole in prestito da un famoso film di quando ero ragazzina, un must della commedia romantica americana per adolescenti. Se ti ricordi il film “10 cose che odio di te” ti scapperà da ridere a questo punto. In quel film l’elenco delle cose “odiate” era in realtà una malcelata lettera d’amore. Qui invece mi trovo a scrivere un manifesto, volto a far sapere a tutti quelli che ci sono vicini che la nostra quotidiana corsa agli ostacoli non ce la siamo scelta e proviamo ad affrontarla ogni giorno al meglio delle nostre possibilità.
“Cara” emicrania…
Odio il modo in cui m’impedisci di parlare
Quando il dolore ci martella la testa e ogni minimo sforzo sembra insormontabile anche pronunciare una sillaba è una sofferenza infinita. Se non rispondo a chi mi fa domande (anche solo x chiedermi come mi sento) non è maleducazione o mancanza di considerazione, è perché non ci riesco.
Odio il modo in cui rendi difficili le cose semplici
A volte noi emicranici ci poniamo problemi anche per le cose più semplici. Come andare o meno dal parrucchiere. Perché la posizione del lavello, il rumore o il calore potrebbero scatenare un attacco improvviso. Sono tanti i “luoghi pericolosi” in cui noi emicranici fatichiamo ad andare! Certo, non vi rinunciamo perché difficilmente questa parola è nel nostro vocabolario, ma è sempre una sfida.
Odio quando ti fissi du di me per giorni
Ci sono periodi in cui la Bestia non ne vuol sapere di smettere di attaccare e per giorni ci svegliamo e addormentiamo col dolore. Gli attimi di sosta sono pochi e a volte siamo troppo sfiniti per apprezzarli. Non restiamo a letto inermi perché ci divertiamo, e va pure chiarito che quello stare a letto non è riposante. Anzi, è come se dentro di noi si svolgesse una guerra invisibile dalla quale usciamo sempre sfiniti.
Odio quando m’impedisci di guidare la macchina
Ci sono volte in cui i farmaci che prendiamo sono tosti e ci annebbiano i sensi o altre occasioni in cui il dolore è troppo. E se devo dirla tutta odio anche il dover essere sempre autonoma coi mezzi, perché se sto male devo poter tornare a casa quando voglio. Quando mi affido ad altri, che sia un giretto o un viaggio, lo faccio con lo slancio della speranza e le dita incrociate che vada tutto bene.
Odio quando al mattino apparentemente non ho sintomi ma so già che sarà un brutta giornata
Dopo anni un’emicranica sviluppa una sorta di sesto senso. E avere sempre ragione sulla propria previsione fa sentire senza scampo. Ti sembra di avere in mano una bomba pronta ad esplodere. Non vedi il timer che gira i secondi ma senti comunque l’incessante “bip…..bip….bip”.
Odio il modo in cui mi leggi nella mente
(si è l’esatto punto 6 del film questo! Solo non altrettanto romantico in questo caso)
Ci sono volte che il solo temere un attacco lo fa scatenare. A volte penso all’emicrania come a Voldemort, sarebbe meglio chiamarla Colei che non deve essere nominata. E’ difficile fare lo slalom tra i tanti trigger che possono scatenare un attacco. E in certe occasioni è proprio questa danza dello schivo ad indurre lo stress che, inevitabilmente, porta all’emicrania. Un bella giostra.
Odio quando mi fai annullare i piani
Molte volte l’emicrania ti porta a ritirate repentine a letto. Gli impegni saltano, i piani si devono rivedere. Persino il lavoro a volte è impossibile e va messo in secondo piano. Chi è emicranico lotta contro questa cosa tutti i giorni e se “da buca” difficilmente lo fa a cuor leggero. Purtroppo però a volte non abbiamo scelta.
Odio il fatto che non posso ridere o piangere smodatamente senza rischiare
Così come i luoghi anche le emozioni per un’emicranica sono pericolose. Ovviamente lo stress è uno dei nostri trigger principali ma chi ci circonda dovrebbe sapere che anche il pianto smodato o le risate a crepapelle possono essere un problema. E se è dura accettare un’attacco dopo il divertimento lo è ancora di più farlo dopo un’arrabbiatura o un momento triste. La soluzione è cercare di essere zen il più possibile… non è facile ma ci si prova.
Odio sentirmi in colpa perché chi mi circonda si accolla le cose che avrei dovuto fare io
Quando stiamo molto male non riusciamo a compiere anche le azioni più semplici, e spesso le deve fare qualcun altro. Anche se non è minimamente giusto pensarlo ( perché dobbiamo sempre ricordare che non abbiamo scelto noi di essere emicranici ) a volte la mente ci porta a dire “cavolo dovevo farla io quella cosa e invece..”. Il senso di colpa è una trappola in cui non dobbiamo cadere, è il danno oltre la beffa.
Odio che mi costringi a lottare con l’incomprensione
Se l’emicrania fosse una malattia visibile, pesabile, quantificabile probabilmente non avremmo bisogno di lunghi elenchi e palate di discorsi per farci comprendere. Ci sono persone al modo che se non vedono il dolore non pensano che esista. “L’emicrania è solo un mal di testa e poi diciamocelo, sono secoli che è usata come scusa per non lavorare o fare l’amore, giusto?” Ecco, dover ancora lottare contro lo stigma del malato immaginario è forse la cosa che odio di più.
C’è una cosa però che non odio della mia condizione di emicranica…
La sfortuna mi ha reso più forte, indipendente e capace di rialzarmi davanti alle brutte cadute come mai avrei creduto. Certamente ogni emicranico preferirebbe di gran lunga essere meno resiliente ma più sano, però abbiamo da tempo imparato a guardare il lato pieno del bicchiere. Dobbiamo perfezionare l’arte di non dar peso a chi non ci crede, per quanto possa ferirci. Diventare maesti dell’annientamento della paura di fare qualcosa per il timore che un attacco ci colga. Se accade abbiamo certamente i mezzi per affrontarlo e l’allenamento per sapere che prima o poi passerà. Ci sono tante cose che odio dell’emicrania e forse questo elenco da film è riduttivo, ma è meglio così, perché la cosa che più è importante per far capire che la nostra condizione non ci piace ma vogliamo dominarla è gridare forte a tutti quanto amiamo il Ben Di Testa.
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