
Emicrania e Alimentazione
Quante volte ci è stato detto “hai provato a cambiare alimentazione?” oppure “Magari è questo cibo che ti da l’emicrania” o anche “Le intolleranze alimentari le hai controllate?”. Da sempre quando si parla di emicrania si parla anche di alimentazione. In parte la cosa è dovuta al fatto che la cattiva digestione può portare ad attacchi anche in soggetti non cronici. Ma c’è di più. Spesso sono proprio alcuni alimenti a scatenare la Bestia trasformando un buon piatto nella nostra kriptonite.
Io amo il cibo, lo adoro, credo sia una delle cose più fantastiche dell’universo.
I ricordi migliori che ho sono legati ad esso. Forse perché cibo fa rima con famiglia, condivisione, amicizia. La mia migliore amica Gaia è ancora lì che si stupisce da quante merende riuscivo a fare in un unico pomeriggio di gioco quando eravamo bambine. Purtroppo però lui ama più la Bestia che me e quindi da quando la mia emicrania è diventata cronica è partito il mio slalom tra ciò che posso e non posso mangiare. Alla domanda “hai provato questo?” la mia risposta è si, ho provato.
Il problema è che, come ben affermato dagli studi della Fondazione Veronesi, l’influenza dell’alimentazione nell’emicrania e nelle diverse forme di cefalea non è del tutto chiarita perché non sempre chi soffre della nostra patologia riesce a riconoscere quale alimento (o gruppo di alimenti) scatena l’attacco. Indubbiamente tra questi quelli da tenere maggiormente d’occhio sono i cibi dalla digestione particolarmente complessa come gli agrumi, le cipolle, i crauti, le olive in salamoia, la frutta secca in guscio, i fritti, il caffè (in modica quantità al contrario può anche essere benefico), il tè e le bevande zuccherate e gasate, pesce secco salato. Sempre secondo le ricerche della Fondazione Veronesi anche latte, yogurt e panna acida dovrebbero essere consumati con attenzione.
Le molecole più dannose
In generale si può riassumere che i grandi nemici degli emicranici in campo alimentare siracchiudano in 5 gruppi appartenenti a molecole ben specifiche:
Aspartame = contenuto in alcuni dolcificanti e bevande zuccherate
Caffeina = caffè, the, cioccolata
Glutammato = cibo cinese, dado da brodo, sottaceti, zuppe pronte in busta
Nitrati = carne rossa, insaccati
Tiramina = vino, formaggi stagionati, cipolle
A queste va poi aggiunta la lotta agli eccessi di zuccheri e di istamina. Facile no?
E quindi? Come si fa?
La grande e doverosa premessa è che, essendo la nostra una patologia assolutamente soggettiva ogni emicranico è storia a se. Per questo non è possibile dire cose tipo: prova la dieta ipoglicemica e non avrai più attacchi. O anche solo la dieta chetogenica elimina la Bestia sicuro, provala! Per ognuno di noi i trigger sono differenti e quindi occorre per forza trovare l’equilibrio giusto per noi anche a livello alimentare. Personalmente, dopo 15 anni di “togli e metti questo alimento” sono finalmente arrivata ad un equilibrio seguendo una dieta ipoglicemica incrociata con le molecole da evitare sopra descritte. Ma ognuno di noi è diverso e solo annotandosi con un diario quale cibo è più rischioso e quale meno può uscire dal labirinto dell’alimentazione per emicranici!
Alcuni esempi di alimentazione che potrebbero aiutarti
Dieta ipoglicemica
Il neurologo per anni mi aveva detto che i famosi picchi glicemici potevano essere parte del mio problema ma non l’ho ben compreso fino a quando un dietologo dell’ospedale Bellaria, dove guarda caso risiede un rinomato Centro Cefalee, mi ha spiegato come l’assunzione elevata di zuccheri o la loro improvvisa mancanza crei shock al mio cervello che poi si traducono in emicrania.
Per farla il più semplice possibile il cervello è un organo che si nutre di zuccheri ma il cervello emicranico funziona diversamente! Esso tende a scaricarsi più rapidamente di quello degli altri, pertanto se non lo alimentiamo con una “corrente zuccherina” continua e ben dosata o si sovraccarica e ci da l’emicrania o si scarica in un lampo e, indovinate? Ci da l’emicrania!
Fondamentali nella dieta ipoglicemica sono gli spuntini tra un pasto e l’altro. Niente merendine (salvo se sugarfree) o barrette di cioccolato ovviamente, la cosa più indicata è la frutta oppure dei cracker integrali.
Altra cosa assolutamente da evitare è saltare i pasti principali. Lo stomaco vuoto è garanzia di emicrania. Questo lo sa anche chi non lotta quotidianamente contro la Bestia: sacco vuoto non sta in piedi, ma a letto col ghiaccio sulle tempie!
Qui a lato i suggerimenti generali che mi sono stati dati e al link la dieta che seguo, con le dosi per tutti gli alimenti.
Dieta a basso contenuto d’istamina
L’istamina è un mediatore chimico presente nelle nostre cellule che favorisce la comunicazione tra esse. Si trova principalmente nelle cellule atte a dare risposte immunitarie e allergiche e quindi si attiva quando siamo sovraccarichi di qualcosa che non è ottimale per il nostro corpo. L’ istamina può scatenare l’emicrania, ma ciò che serve sapere più di tutto è che non è tanto la presenza di questo elemento in sé per sé ma il suo eccessivo accumulo. Anche in questo caso ognuno di noi reagisce diversamente ai vari alimenti ma principalmente si hanno rischi più alti con i prodotti della fermentazione microbica.
Il consiglio numero uno è evitare ciò che ha per sua natura molta istamina o che contribuisce a rafforzare quella già presente in noi.
Alimenti ricchi di istamina: Pomodori, crauti, spinaci. Conserve. Ketchup e salsa di soia. Pesce in scatola: conservati, marinati, salati o essiccati (sardine, tonno, sgombro, acciughe, aringhe). Pesce affumicato (aringa, salmone..). Crostacei e frutti di mare. Salsicce, salame, carne secca, prosciutto affumicato, mortadella. Formaggi fermentati e stagionati. Alcolici, vino, birra. Aceto di vino. Lievito.
Alimenti istamino-liberatori: che possono liberare istamina direttamente nell’organismo: Cioccolato/cacao. Fragola, banana, ananas, papaya, agrumi (arance, pompelmi…), kiwi, lampone, pera, avocado. Molluschi e crostacei. Noci, nocciole, mandorle e anacardi. Albume d’uovo. Carne di maiale. Caffè.
Oltre ciò è bene evitare l’esposizione al caldo eccessivo, stress emotivi e il fumo. Inoltre occorre fare attenzione ad alcuni farmaci, che se assunti per lunghi periodi possono inibire gli enzimi che fanno da detox automatico per gli eccessi d’istamina.
Dieta chetogenica
La Dieta chetogenica è stata originariamente sviluppata per i bambini epilettici circa cento anni fa e solo negli ultima anni è stata introdotta anche nella cura dell’emicrania.
Questa dieta è ricca di grassi e povera di carboidrati, e si basa sul fatto che la riduzione dei carboidrati induce il metabolismo dei grassi a produrre i cosiddetti corpi chetonici i quali sostituiscono i carboidrati e diventano la fonte energetica di diverse cellule tra cui i neuroni. Come ho già detto il cervello emicranico è una batteria che si scarica in fretta per cui il booster di energia dato dai corpi chetonici è estremamente utile a ridurre il deficit energetico e la possibilità d’infiammazioni.
Le basi di questa forma di alimentazione prevedono l’assunzione giornaliera di 75-100 calorie pro kg e 1-2 grammi di proteine pro kg. Tendenzialmente per arrivare alla chetosi occorre mantenere un bilanciamento degli alimenti assunti come segue: 5% da carboidrati, 25% di proteine, 70% o più da grassi. In questa forma di alimentazione è consigliato assumere carne, pesce, uova, oli, e grassi (come panna e burro) e ortaggi. Mentre gli alimenti vietati sono cereali, patate, legumi, frutta e ovviamente dolci e alcolici.
Complicato? Un po’..per questo essere seguiti da un dietologo e un neurologo specializzato nel campo è fondamentale (In Italia uno dei pionieri del settore è il Dott.Cherubino Di Lorenzo e nel link puoi trovare i suoi contatti). Inoltre questa non è una dieta per tutti. Secondo gli studi è principalmente raccomandata per i pazienti emicranici sovrappeso e obesi, per tutti gli emicranici farmaco-resistenti nonché per i pazienti con cefalea a grappolo. E’ invece sconsigliata nei diabetici di tipo 1 e in chi tende al sottopeso. Seguire questa dieta non è semplice, però gli studi più recenti affermano che è quella che da maggiori benefici per gli emicranici. Soprattutto tra coloro che sono stati refrattari alle altre terapie preventive.
La soggettività della nostra patologia fa si che non si possa definire un’alimentazione base perfetta per ogni emicranico. Come ho già sottolineato trovare l’equilibrio giusto è compito nostro. Sicuramente questi tre approcci sono tra i più utili per gli emicranici ma solo testandoli saprai se sono adatti anche a te. Certo, parlare di vincoli sul cibo quando già si soffre per la mancanza della salute non fa venire il buon umore, ma sono sicura che gli sforzi fatti in nome del Ben Di Testa valgano enormemente la pena. Nulla è bello quanto le giornate libere dall’emicrania.
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P.S Ecco un video utilissimo su questo tema

