
Cadere e rialzarsi (vita da emicranici in tempi di crisi)
Oggi volevo pubblicare un pezzo sull’importanza dei sintomi premonitori e delle diagnosi precoci, mi documento molto e ritengo che queste cose siano importanti. Inoltre penso che arricchire il mio blog di questi contenuti, renderlo un contenitore di informazioni utili per tutti noi (ma non scritte in medichese di difficile comprensione) sia un po’ la mia missione. Invece eccomi qui a parlare di cadere e rialzarsi…
Lo stress di questa settima a è stato così alto da togliermi ogni fibra di volontà per finirlo per bene. Tutte le cose che faccio per stare “in bolla” mi sono sembrate inefficaci. Il mio sonno regolare è andato perduto, la meditazione è sembrata più difficile, sono comparsi incubi che da secoli non avevo…il risultato? Sono stata continuamente bersagliata dall’emicrania, che ha asciugato ogni mia energia.
Questa settimana ho davvero vacillato in quello che è il mio vero credo: essere un’emicranica combattiva che non si lascia sopraffare da questa bestia di malattia.
Si, perché quando questa bastarda fa comunella con lo stress, ed ora di stress ne stiamo sperimentando la versione formato Hulk, reagire diventa ancora più duro e faticoso.
Ci sentiamo schiacciati, impotenti.
Vittime di qualcosa che non riusciamo a controllare, così la nostra testa specialissima reagisce con fitte allucinanti che elegantemente si presentano prima nella tempia sinistra, poi in quella destra. Come fosse una dannata partita a ping-pong nel cervello.
Sono certa che ciò che vi sto dicendo lo capite, per questo mi sento libera di confidarmi con voi. Perché anche se ironizzo sempre su Wonder Woman non lo sono (ma ci provo, eccome se ci provo).
Volevo quindi raccontarvi che questa settimana arrivavo davanti alla pagina bianca del computer ed era crisi. Improvvisamente la mia passione per la scrittura era l’ennesimo compito impossibile (apparentemente) da portare a termine. L’ennesima sfida che non mi sentivo in grado di affrontare, piegata dal peso di un mondo che cambia e che mi chiede di stare al passo della lepre mentre io sono una tartaruga. Una tartaruga molto lenta, con gli occhiali spessi e, ovviamente, con l’emicrania.
A finire il pezzo ci ho provato e riprovato, perché questo blog per me non è un hobby e basta.
Se con due righe di supporto, un consiglio alimentare o una tattica contro l’emicrania posso dare una mano a qualcuno che soffre come me io sono felice. E la felicità non è un passatempo, bisogna metterla al primo posto. Specularmente il discorso lo faccio per chi mi legge, se un miniminissimo davvero posso aiutare qualcuno ( anche solo facendogli mangiare un dolcetto gustoso senza incorrere in un attacco ) mi scoccia mancare ad un appuntamento!
Poi che è successo vi chiederete voi che state leggendo, quasi puntuale questo mini pezzo? Ho deciso che questo è un blog, che parla di un’emicranica cronica che lotta contro la bestia e che non vuole mollare ma che come tutti cade, fa il tonfo (e che tonfo!!!), ha momenti di sconforto belli pensanti e che non vanno nascosti. Mai. Siamo esseri fragili e per questo ne usciamo più forti. E’ una delle cose che ci ha insegnato sta cavolo di malattia, abbiamo un sacco di problemi e quindi sappiamo come regolarci meglio in certi contesti, analizziamo possibili pericoli dove altri non ne vedrebbero, percepiamo i cambiamenti climatici in anticipo… insomma, la nostra difficoltà ci ha reso più resilienti.
Quindi ho deciso di mostrarvi la mia totale capitolazione di questa settimana e la mia voglia di ripartire. Se non posso supportare con un pezzo che aiuti a comprendere la nostra patologia o a conviverci meglio, spero di poter essere di sostegno con la mia terribile settimana e la voglia di una luce alla fine del tunnel.
Cadere e rialzarsi, come facciamo sempre.

