
Capodanno da emicranica
Che si fa a Capodanno se soffri di emicrania?
Se già la domanda “che fai a Capodanno?” è una croce per tutti, degna dei migliori meme sui social, per noi emicranici è un dilemma ancora più imponente. Leggete il mio mini elenco di cosa scatena gli attacchi, ora pensate al Capodanno… bingo!
Uno dei grossi problemi di chi vive come noi è che spesso, volente o nolente, è costretto a negarsi alcuni piaceri della vita per il timore che lasciandosi andare a qualche peccato di gola, ad uno svago o un’attività più intensa possa scateni “la bestia.”
Quando ho deciso di scrivere questo blog l’ho fatto nella convinzione che, se è vero che purtroppo non sempre riusciremo a sconfiggere l’emicrania e a non farci mandare a tappeto, è anche vero che dobbiamo cercare di goderci i momenti buoni il più possibile e scacciare dalla nostra mente quel pensiero che spesso ci impedisce di fare alcune attività per il timore di un attacco. Per questo cerco di seguire la mia terapia preventiva, la dieta e un giusto stile di vita, ma anche di cogliere le opportunità che si presentano.
Così, anche se l’altitudine e il freddo ci sono nemici, ho deciso di passare il Capodanno con gli amici in montagna, festeggiando e passando la nottata al Rifugio Son Forca sul Monte Cristallo.
Com’è andata?
Come potete ben immaginare appena sono arrivata a Cortina (1224mt di altitudine) la mia cara testolina ha dato il primo segno di cedimento e, mentre i miei compagni di festa han brindato con il primo giro di birra o prosecco io mi sono calata il fido auradol. Alle ore 16 abbiamo preso l’ultimo impianto di risalita per la cima del monte, la tempia pulsava ma cavolo lo spettacolo è stato così mozzafiato che valeva la pena anche solo per quell’attimo.
Dopo esserci sistemati in rifugio e preparati per la serata abbiamo iniziato il più lungo aperitivo della storia… contate che ormai erano le 17.00 e abbiamo iniziato a cenare alle 21. Non mentirò dicendo che non ho toccato alcol, non sarei credibile a capodanno, ma confermo che mi sono contenuta a 3 bicchieri in tutta la serata! Dal pomeriggio l’emicrania se n’è andata completamente alle ore 22, rimanendo sempre un fastidioso dolore a lato ma mai troppo debilitante per fortuna.
A mezzanotte salutare il 2020 dalla vetta è stato magnifico.
Un attimo puro, sotto un soffitto di stelle che nemmeno nel deserto ho visto brillare così.
Il pregio del Capodanno in rifugio è anche che si può andare a letto presto, un po’ con la scusa dello sci il mattino dopo, un po’ perchè devo rispettare un ciclo sonno/veglia decente anche in queste occasioni, sono riuscita a mettermi a letto all’una senza passare per ammazza-divertimento o anziana, anzi! Ero in linea con molti del gruppo, un vero miracolo per l’emicranica media che di solito sgattaiola via da una festa prima di tutti!
Senza dover puntare la sveglia alle ore 7.30 ero in piedi, poco per i miei standard ma buono per una condizione dove non mi aspettavo di dormire sul serio. Ore 9.15 dopo essermi riempita gli occhi del panorama e la pancia di rosette burro e marmellata, io e il mio moroso eravamo prontiper la prima discesa. Abbiamo sciato fino alle 15.40, con un breve intervallo per il pranzo e per recuperare i nostri amici snowbordisti che si sono alzati dopo. Il clima era perfetto, in pista pochissime persone. Valeva la pena soffrire un po’ per l’altitudine per essere ricompensata così.
E sapete il bello? Un primo dell’anno senza emicrania.
La mia ricerca del ben di testa è proprio questo, non cedere all’idea del “non lo faccio per paura che mi venga un attacco”, se mi verrà lo affronterò se non mi verrà sarò pronta per vivere giornate piene e memorabili.
Da questa esperienza posso solo aggiungere una nota, alla quale mi sono dovuta rassegnare, la berretta in testa SEMPRE. Come già osservato in precedenza gli sbalzi caldo freddo ci annientano, così come l’umido, e tenere la testa protetta diventa importante. Mi sono sempre ribellata a cappelli e berrette perchè fondamentalmente non mi piaccio per nulla quando l’indosso (e si, per vanità si fanno anche delle minchi***). Dopo l’ennesima riprova del fatto che con la testa al caldo sto meglio, verificato che non posso girare col casco da sci per Bologna, ho deciso di comprarmi una berretta e di non uscire più senza. Vi prego, niente battute, siate clementi, è per fini medici!


2 commenti
Giulia
Berretta in testa anche io sempre e comunque !! Anche con 15 gradi, mi prendono in giro anche i miei colleghi dicendo che “sono nata col cappello” ma noi emicraniche sappiamo….
Giulia_ATuttaTesta
Ti capisco benissimo…oggi a Bologna sembrava primavera, e io giravo con la berretta come se fossi sin Siberia 😀